venerdì 25 dicembre 2009

25 Dicembre

Oggi è nato per noi un Salvatore!

Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore!

Gesù è sceso sulla terra per liberare l'uomo dal dominio del peccato.

domenica 20 dicembre 2009

Quarta domenica e quinto giorno

"Rallegratevi nel Signore, sempre: ve lo ripeto ancora, rallegratevi."

Quarta domenica d'Avvento...Il Signore è sceso dal cielo, non c'è più problema che non abbia soluzione.

sabato 19 dicembre 2009

Quarto giorno

Canterò senza fine le tue meraviglie.

Sei venuto dal cielo per trasformare la nostra vita in eternità.

venerdì 18 dicembre 2009

Terzo giorno

O Signore, guida del tuo popolo, che hai dato la Legge a Mosé sul monte Sinai: Vieni a liberarci con la tua potenza.

O Signore, non ti è bastato parlare al Tuo popolo da una nube e comandarlo stando nella pace e felicità del tuo cielo, hai voluto squarciare il velo che ci separava e con la potenza della tua umiltà ha assunto la nostra natura umana.

giovedì 17 dicembre 2009

Inizio novena Natale

O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo, ed arrivi ai confini della terra con forza, e tutto disponi con dolcezza: vieni ad insegnarci la via della prudenza.


Si inizia la Novena di Natale. Una festa liturgica molto importante a volte poeticizzata, spogliata della sua vera essenza...Un evento meraviglioso! Dio lascia il cielo per salvare l'uomo!

L'amore ti fece scendere dal cielo

salire sulla croce
per ascendere al cielo...

martedì 8 dicembre 2009

martedì 1 dicembre 2009

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

L'umiltà è la virtù che incanta Dio e lo fa scendere dal cielo...

lunedì 23 novembre 2009

Vide una vedova povera che gettava due spiccioli

Il gesto della vedova, oltre a significare il dono totale di sé, per me rappresenta il suo completo abbandono alla provvidenza di Dio...Un affidare nelle sue mani la propria vita.

domenica 22 novembre 2009

Cristo, Re dell'Universo

E' passato più di un anno da quando ho aperto questo blog e avevo già parlato di questa festività. Quest'anno la festività di Cristo Re mi fa soffermare sulla vera regalità di Cristo. Ciò che fa grande un uomo è il coraggio e l'amore con cui affronta una difficoltà. Gesù amò profondamente l' uomo e a lui svelò l'amore del Padre. Non si stancò mai di predicare il Regno di Dio, camminando per la Palestina. Seppe sopportare ogni fatica ed il Suo amore culminò nella Sua morte in Croce e nella Sua Resurrezione. La Croce fu il Suo trono e le spine la Sua corona.

sabato 21 novembre 2009

Esulta, figlia di Sion: ecco io vengo

Che bella la parte del Libro di Zaccaria che si legge oggi! Non solo devi gioire, figlia di Sion, devi esultare, perché il Signore viene a te.
Il cristiano deve essere colui che gioisce dell'incontro del Signore. Egli viene a noi ogni giorno, non solo nel Sacramento dell'Eucarestia, ma nella preghiera e nell'incontro con i nostri fratelli.
Maria, soprattutto Lei, è stata visitata dal Signore. E' stata il Tabernacolo dell'Altissimo, l'Arca Santa della dimora di Dio fra gli uomini. La gioia di Maria dev'essere stata immensa...

venerdì 20 novembre 2009

La mia casa sarà casa di preghiera

Il versetto dell'"Alleluja" sembra ampliare il contenuto del Vangelo che lo segue e che racconta del gesto clamoroso di Gesù: "Santo è il tempio di Dio, che siete voi"
Gesù è intransigente nei confronti di tutto ciò che riguarda il culto di Dio, culto che desidera sia sincero, scevro di ipocrisia e doppiezza. Si rivelò molto forte quando entrò nel tempio e scacciò i venditori. Gesù desidera che il cuore dell'uomo sia sgombro da qualsiasi sovrastruttura che l'uomo semplifichi il suo rapporto con Dio Padre.

giovedì 19 novembre 2009

La parabola delle mine

La parabola delle mine si collega all'incontro di Zaccheo con Gesù. Il regno di Dio appartiene senz'altro, come disse Cristo in un altro passo del Vangelo, ai violenti, cioè a coloro sanno rinnegarsi. Non appartiene ai molli, a coloro che non sanno lottare. Non dobbiamo essere egoisti, ma saper mettere a disposizione degli altri ciò che Dio stesso ci ha gratuitamente dato.

sabato 14 novembre 2009

Pregare incessantemente

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Avevo letto qualche tempo fa il racconto del pellegrino russo. Esso insegnava a pregare incessantemente. La preghiera è il respiro dell'anima... Dio ha tempi diversi dai nostri e dobbiamo avere l'umiltà di accettare la volontà di Dio...

mercoledì 11 novembre 2009

Solo uno ha ringraziato

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Signore, non meritavo di guarire, ma tu hai abbassato lo sguardo su di me, sulla lebbra del mio peccato e mi hai sanato. Questo è importante, Signore, essere sanato dal peccato. E' il peccato che toglie la dignità all'uomo e non la malattia. Aiutami sempre a tornare per ringraziarti.

martedì 10 novembre 2009

Siamo servi inutili

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Umiltà radicale...No, non un Gesù sdolcinato: Egli vuole molto dai suoi discepoli. Tante volte si ottiene una gratificazione personale in seguito a ciò che si compie, oppure ci si gloria troppo delle proprie azioni, dimenticando che Colui che suscita il volere e l'operare è Dio, padrone della nostra vita. Le anime sono solo affidate a noi, non sono nostre. Offriamo quindi i successi ed insuccessi del nostro operare e confidiamo ne Suo aiuto.

martedì 3 novembre 2009

Gl'invitati a cena

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

Gl'invitati a cena oppongono un rifiuto scegliendo le scuse più banali. Ecco allora che Dio sceglie le persone che ne sembrano più indegne, che umanamente non dovrebbero essere reputate sante...Vogliamo spalancare le porte del cuore, allargare i confini del nostro pensare, della nostra mentalità...andare al di là dei moralismi ed amare gli altri dello stesso amore di Dio...

lunedì 2 novembre 2009

Festa dei Santi e Commemorazione dei defunti

Festa molto importante quella dei Santi che lega la Chiesa militante, quella purgante e quella celeste. Già, la Comunione dei Santi...E non dimentichiamoci mai dei nostri defunti pensando che non hanno più bisogno di noi! Tanti di questi hanno bisogno ancora delle nostre preghiere...forse proprio quelli che pensiamo già in paradiso...
Signore, ti prego per tutte le vittime della violenza...per tutti coloro che ancora non godono della tua visione beatifica e per le anime più abbandonate.

mercoledì 21 ottobre 2009

Il padrone tarda

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Gesù spiega che tutti devono essere vigilanti, soprattutto chi ha un impegno di responsabilità nella Chiesa. Ho meditato spesso e in modo più approfondito, su ciò che voleva dire Gesù quando affermava: "Il padrone tarda a venire".
Attendere il Signore, essere vigilanti, significa fondamentalmente vivere in prospettiva dell'eternità. Quando si pensa ad essa, la realtà sbiadisce, perde l'attrazione e lo splendore dei suoi colori, rivelando la sua caducità. Avere in mente che il padrone tarda significa cominciare a farsi giustizia da soli, a perdere la fiducia e la speranza, occuparsi della gloria terrena dimenticando che la scena di questa vita passa. Quando il padrone tarda si dà troppo peso alla realtà.

martedì 20 ottobre 2009

Siate vigilanti!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».


Tenetevi pronti nell'attesa di Cristo! Non pensate che la vita sia lunga e ci sia quindi tempo per convertirsi. I tempi di Dio non sono i nostri ed Egli potrebbe chiamarci quando meno ce lo aspettiamo. Siamo quindi vigilanti con le lampade della fede accese! Questo brano di Vangelo si pone in un contesto particolare. Dopo infatti aver esortato i propri discepoli a non accumulare tesori sulla terra e quindi ad affezionarsi alle cose della terra, Gesù fa quel bellissimo discorso sull'abbandono alla Provvidenza, perciò domanda ai discepoli di essere pronti con le lampade della fede accese. Bisogna sempre abbandonarsi alla volontà di Dio, anche nei momenti più difficili quando la sofferenza bussa alla porta del proprio cuore.

martedì 13 ottobre 2009

Ipocrisia...

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

Gesù fu invitato a pranzo da un fariseo. Ciò che induce a riflettere è che, tutte le volte che Gesù viene invitato a pranzo da un fariseo, quest'ultimo ha quasi sempre un atteggiamento di condanna nei confronti del Salvatore. Invitato perché messo alla prova? Non possiamo saperlo di preciso, ma i fatti del Vangelo parlano chiaro. I pubblicani l accolgono con cuore aperto e la peccatrice non si vergogna di lavare con le sue lacrime i piedi di Gesù e di asciugarli con i suoi capelli. Il Fariseo ha un atteggiamento di giudizio: "se fosse un profeta, saprebbe di certo che colei che è ai suoi piedi è una peccatrice." "Qual è il più grande dei Comandamenti?"..."Non fa le abluzioni"... Gesù esige la libertà interiore anche da noi cristiani. Troppo spesso pure noi, irrigiditi da schemi morali, ci scordiamo che dobbiamo accogliere il peccatore, amarlo...Amando daremo il nostro interno in elemosina. Sono qui, Signore, ti apro il mio cuore...

lunedì 12 ottobre 2009

Il segno di Giona

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

L'uomo spesso anche dal punto di vista religioso aspira ai posti alti, ad essere cioè ritenuto santo agli occhi degli altri. Dio, però, che scruta il cuore dell'uomo, non ragiona in questo modo, i suoi parametri sono totalmente differenti. Infatti Gesù lo afferma liberamente: "Non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona"
Già, sarà dato il segno della Croce, dell'ignominia. Gesù non si preoccupò mai di apparire Santo, fu disprezzato dagli anziani che non comprendevano affato il suo modo di agire. Crediamo, perciò, alla Resurrezione sebbene sia difficile. La fede è un dono di Dio ma si risponde ad essa con la ragione.

domenica 11 ottobre 2009

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Essere liberi da sé stessi e dagli altri, ci rende capaci di aiutare i nostri fratelli a portare la loro croce.

lunedì 28 settembre 2009

Chi accoglie un bambino nel mio nome...

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Fra i discepoli sorse una discussione: "Chi è il più grande?" Ma, come sempre, per comprendere la grandezza della Persona di Gesù, bisogna vedere il contesto da cui si è estrapolato il brano. Gesù libera un ragazzo da un demonio e tutti se ne stupiscono.

A questo stupore per la grandezza delle opere di Gesù, Egli risponde con il secondo annunzio della Passione. Cosa strana, i discepoli non comprendono queste parole, forse perché presi dall'euforia per le opere di Gesù e non solo non comprendono, ma discutono fra loro su chi è il più grande. Immensa pazienza di Gesù che accetta questo misero sentimento dei discepoli e capovolge la mentalità umana: colui che pratica la carità è il più grande.

mercoledì 23 settembre 2009

Gesù agisce nella Chiesa

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

martedì 22 settembre 2009

Chi fa la volontà di Dio...


In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Questo brano è conclusivo alla parabola del seminatore e il commento che ne fa Gesù. Si inserisce nel contesto in cui si parla come si ascolta la Parola di Dio. Molti, a quei tempi, accorrevano per ascoltare Gesù ma Egli, che conosce i pensieri di ogni uomo, racconta la parabola del seminatore per farli meditare su come lo ascoltavano. L'ascolto deve produrre dei frutti e cioè tradursi in atto: il compimento della sua volontà.

Ascoltare è molto difficile. Bisogna fare vuoto dentro di sé, far tacere il fragore delle voci interne ed accogliere, comprendere le altrui parole.

Al giorno d'oggi, più che mai, c'è bisogno di silenzio, di ascoltare coloro che ci stanno accanto....
La preghiera è come la musica, nasce dal silenzio e solo se c'è silenzio si possono gustare le più dolci armonie, si odono le note più vibranti e celestiali.
Devo quindi far tacere tutti i rumori che sono nel mio cuore, affidare a Lui i movimenti delle passioni (sentimenti) negative e saper ascoltare e quindi assimilare la Parola di Dio in modo che diventi parte integrante di me, cioè carne. Il Verbo si deve fare carne in noi: siamo Corpo di Cristo. Imparare ad ascoltare Dio vuol dire saper ascoltare gli altri. Saper ascoltare gli altri significa lasciare il proprio modo di pensare per accoglierne un altro. Ragionarecome l'altro per comprenderne le azioni. Forse difficile ma è un esercizio entusiasmante, bello e interessante.

lunedì 21 settembre 2009

La vocazione di Matteo

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”.
Gesù li udì e disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: ‘‘Misericordia io voglio e non sacrificio’’. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.


Interessante vedere dove Matteo ha collocato il racconto della sua vocazione: dopo la guarigione totale del paralitico. Gesù, infatti, per far comprendere che Lui era soprattutto venuto per salvare l'uomo dal peccato, si rivolge al paralitico assolvendolo dai peccati e poi, per far notare agli altri che il suo, è stato un intervento concreto, guarisce anche fisicamente il paralitico. Matteo si sente paralizzato interiormente e forse ha saputo del miracolo che aveva compiuto Gesù, aveva ammirato quell'uomo e al suo "Seguimi!", Matteo, come il paralitico, si alza subito e lo segue. Gesù non ha paura di contaminarsi ed entra nella sua casa, nella cella più profonda del suo cuore e là ne condivide le amicizie, gli interessi. Gesù incontra i peccatori e dona loro la misericordia, li solleva dalla loro condizione, ma soprattutto non si vergogna di stare con loro. La misericordia vale più di tutti i sacrifici.

domenica 20 settembre 2009

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 9,30-37.
Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.
Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà».
Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?».
Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:
«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Singolare la reazione dei discepoli al discorso di Gesù che annuncia la sua morte violenta. Essi non capivano le parole di Gesù e si lasciarono prendere dal timore. Ciò che

mercoledì 16 settembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: "A chi dunque paragonerò
gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili
a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato:
vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e
non beve vino, e voi dite: Ha un demonio.
È venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite:
Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei
peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli".

I brani del Vangelo di lunedì e martedì che si sono saltati a causa delle feste, mostrano un Gesù profondamente umano, mosso da compassione. Egli, infatti, non compiva guarigioni per farsi acclamare o riconoscere come Messia, ma perché mosso da compassione verso le folle bisognose di cure e soprattutto d'amore.
Il brano di oggi mostra invece un Gesù che quasi si lamenta di quella generazione che, per una scusa o per l'altra, non accetta né la
predicazione di Gesù, né quella di Giovanni Battista...In realtà non c'era un vero interesse di scoprire chi erano, in sostanza, questi due personaggi.

martedì 15 settembre 2009

La Beata Vergine Maria Addolorata

Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; 8pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì 9e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

La sofferenza del Cristo che accettò il tradimento e il dolore fisico lo unì profondamente al Padre.
Essa fu causa di salvezza eterna per tutti gli uomini, li purificò, aprì loro il Paradiso. Quali pene accettò il Salvatore per la salvezza del genere umano!
Anche la Madre fu trafitta da una spada come il Figlio...entrambi i cuori furono squarciati da una spada.


lunedì 14 settembre 2009

Esaltazione della Santa Croce

La croce, da strumento di morte, diventa per Cristo e per tutti gli uomini, altare e ponte tra la vita terrena e la vita eterna. Cristo squarcia e sconfigge le leggi del tempo e rivela così di esserne Signore. Gesù amò la Croce perché amava profondamente l'uomo. "Talamo, trono ed altare al Corpo di Cristo Signore"...

giovedì 10 settembre 2009

La carità

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 6,27-38.
Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,
benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.
A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.
Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;
date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

La folla, desiderosa di essere guarita, piena di speranze, si accalca attorno a Gesù. Vi sono alcuni che desiderano essere veramente salvati da Dio, altri che si aspettano da Lui solo un balsamo per vivere meglio la vita presente. Gesù conosceva bene le persone che lo stavano ascoltando e non a caso alle beatitudini ha contrapposto i "guai a voi" Dopo i "guai a voi", c'è una netta distinzione. Gesù sembra spiegare rivolgendosi solamente a coloro che l'ascoltano, che gli obbediscono. Gesù fa riferimento quindi a chi lo ascolta in modo più profondo e vero, a chi gli obbedisce (dal latino ob-audire). Obbedire significa quindi ascoltare in modo più profondo, lasciare che le parole calino dentro il cuore, come il seme che darà poi frutto nel terreno. Ai veri poveri, Gesù si rivolge con un comando espresso con il famoso: "IO dico": per possedere il Regno di Dio, la pace e la gioia, bisogna soddisfare le esigenze della carità radicalmente. Bisogna quindi amare i propri nemici, coloro che ci fanno del male...E lo ribadisce... per ben due volte.

mercoledì 9 settembre 2009

Le Beatitudini

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 6,20-26. "Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti. "

La proclamazione delle Beatitudini s'inserisce fra la chiamata degli Apostoli avvenuta dopo una notte di preghiera sul monte e il discorso sulla carità.
Gesù sceglie i discepoli dopo essersi consultato con il Padre e con loro scende fermandosi in un ripiano dove la gente accorre per ascoltarlo, essere guariti dalle loro malattie e liberati dai demoni.
Tutti cercavano di toccarlo perché da Lui usciva una potenza che guariva tutti.
In questo contesto si inseriscono le beatitudini, in parole semplici Egli proclama ciò che veramente rende felice l'uomo. L'uomo ferito dal peccato, malato, ritrova in Gesù una forza di guarigione estrema. La felicità di chi è guarito è traboccante. Chi ha vissuto senza speranza di guarigione, ritrova in Lui la possibilità di uno stile di vita sano e quindi produttivo: senza lavoro non si poteva vivere e a quei tempi, non esisteva la pensione d'invalidità! Chi era malato, era escluso dalla società anche religiosa: la persona malata era considerata maledetta da Dio perché la malattia era la conseguenza del loro peccato! Gesù, però, ribalta la mentalità del tempo. Alza gli occhi, vede la folla sofferente, desiderosa di ricevere un miracolo da Lui, e ne ha compassione...ma ribalta la concezione del tempo...Voi desiderate un miracolo, essere guariti...ma beati voi, voi siete felici perché siete poveri e il Regno di Dio è vostro...Non dice: siete felici perché siete state guariti ma perché siete poveri, avete fame, siete perseguitati...

martedì 8 settembre 2009

Natività della Beata Vergine Maria

[Ecco poi come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”, che significa “Dio con noi”].
Meditiamo sul dramma di questa giovane promessa sposa ad un uomo di nome Giuseppe. Ella dopo l'esperienza mistica dell'annunciazione si ritrova incinta. Come può spiegare questo a Giuseppe? Come tanti mistici non riescono a spiegare le loro esperienze, così capitò a lei. Avrebbe potuto dire a Giuseppe di essere incinta per opera dello Spirito Santo? A quei tempi tradire il proprio uomo voleva dire essere lapidata...Ricordiamo l'esperienza di Gesù di fronte alla donna colta in flagrante adulterio: Egli ricordò senz'altro l'esperienza di sua mamma. Gesù, ancora una volta, infranse le leggi giudaiche per applicare l'unica legge che governa e regge tutte le altre: l'amore. A dipanare il gomitolo del dramma di Maria, fu nuovamente un episodio mistico vissuto da san Giuseppe. Anche Giuseppe sperimenta il tradimento...Lui sa infatti di non essere il padre del bambino: quante sofferenze avranno agitato il suo animo, come i suoi sogni si saranno infranti! Quel "non temere" rivoltogli dall'angelo ne dice molto sulla sua crisi interiore. Anche le rivelazioni oniriche posseggono un certo margine di dubbio che deve essere colmato dalla fede...e Giuseppe ne aveva da vendere: uomo del silenzio, accetta la rivelazione e con fede si unisce in matrimonio alla fanciulla Maria.

lunedì 7 settembre 2009

Dal vangelo secondo Luca 6,6.11

"Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo"

I farisei e gli scribi sono talmente impegnati a tendere un tranello a Gesù che non si accorgono nemmeno delle guarigioni che Lui compie e tanto meno s'interrogano sulla sua personalità.

Ma Gesù conosceva i loro pensierI...

Gesù, con la sua carica d'umanità, era anche Dio e sapeva quindi ciò che pensavano di Lui i dottori della Legge. Eppure, anche da Uomo, Gesù afferma la Sua libertà nonostante questo lo porterà alla morte. Per amore infrange la legge del Sabato.

sabato 29 agosto 2009

Il martirio di San Giovanni Battista coincide con la solennità della Madonna della Guardia. Non è male come accostamento perché la Madonna può essere considerata martire della fede. Ha sacrificato ciò che aveva di più caro: il proprio Figlio e ha avuto, nonostante tutto, fiducia in Dio e nella Resurrezione di Gesù. Questa beatitudine è incomprensibile umanamente...Beati di perseguitati a causa della giustizia...

venerdì 28 agosto 2009

Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesi

"Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione...che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e libidine..."

Chiediamo a Dio ogni giorno attraverso il Padre nostro che la volontà Sua si compia.

Volontà è il desiderio, il volere, la forza di Dio...ed è l'amore. Ciò che Dio vuole scaturisce dalla sorgente del suo amore, un amore eterno ed infinito...Dio è amore, perciò l'amore possiede gli stessi attributi di Dio e Dio è eterno ed infinito.

Il rispetto per il proprio corpo nasce quindi dall'amore stesso di Dio. L'unica legge che Dio ci ha donato è proprio quella dell'amore da cui dipende tutta la legge.

CHI AMA IL PROPRIO CORPO LO RISPETTA.

giovedì 27 agosto 2009

S. Agostino

Tardi t'amai, bellezza infinita...e sempre nuova...
Il nostro cuore non ha pace se non riposa in Te.

domenica 23 agosto 2009

Signore da chi andremo tu solo hai parole di vita


Sei l'acqua che placa la sete, il pane che sazia la fame, l'aria che io respiro. Dove quindi posso andare Signore?

Ama il prossimo tuo come te stesso

Tutto comincia dall'amarsi veramente. Se si comprende l'amore vero verso se stessi, allora si possono amare anche gli altri...Veramente...Senza nessun rispetto umano. A volte la pace che noi abbiamo con il prossimo non è quella vera che Gesù annuncia. E' un quieto vivere, lontano dai dissidi che noi incontreremmo se spiattellassimo ciò che ci gira e "remescia" nel nostro cuore o se correggeremmo i nostri fratelli (attenzione però alla prudenza). Amare i fratelli significa anche volerli in paradiso con noi...Anzi, soprattutto questo. Non solo fare bene al loro corpo. Se noi vivessimo questo comandamento alla lettera, scopriremmo che non è così facile, perché spesso ci si ama in modo assai sbagliato.

giovedì 20 agosto 2009

Eccomi Signore: avrò vita nel fare il tuo volere

"Eccomi". Presuppone un atteggiamento di ascolto verso Dio a cui segue la risposta:
"ECCOMI"
Avere vita significa possedere la pace, la gioia e causa di questo, è compiere il volere di Dio. Il volere di Dio non è altro che amare come Lui ci ha amato.
Sacrificio ed offerta non gradisci

E' facile donare a Dio ciò che si possiede, ciò che non muta più di tanto la vita interiore. Questo mi ricorda la storia di Giobbe che fu "toccato" da satana" prima nei suoi averi e la cosa fu più o meno facile, poi nella sua salute e la cosa diventò un po' più complicata e più dura da accettare poiché comportò una serie di problematiche anche nei rapporti interpersonali. Non più capri ma...
NON HAI CHIESTO OLOCAUSTO E VITTIMA PER LA COLPA ALLORA HO DETTO "ECCO IO VENGO"
ma la propria persona
SUL ROTOLO DEL LIBRO DI ME E' SCRITTO DI COMPIERE IL TUO VOLERE.
Io vengo per compiere il tuo volere.
LA TUA LEGGE E' NEL PROFONDO DEL MIO CUORE
Il suo amore è nel cuore dell'uomo, nelle sue profondità, laddove il desiderio di eternità fiorisce.

mercoledì 19 agosto 2009

Spirito di Sapienza

Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo ci conceda lo spirito di sapienza perché possiamo conoscere qual é la speranza della nostra chiamata.

Mi viene in mente un altro passo della Sacra Scrittura che dice di essere "pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in noi" (cf. 1 Pt 3, 15).
Senza l'aiuto di Dio non si può conoscere la profondità, il vero senso della propria chiamata, una chiamata che va oltre il tempo e si tinge di quell'eternità così innaturale. Una chiamata che bandisce l'odio, la gelosia. La gelosia copre così bene la vanagloria, anche nelle faccende spirituali. E' una chiamata al servizio, ad essere gli ultimi, a lavarsi i piedi gli uni gli altri.


martedì 18 agosto 2009

Beati i poveri

All'affermazione di Gesù: "E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel regno dei Cieli", i discepoli appaiono sconcertati: "Come potrà un ricco salvarsi? E chi si salverà?"
La risposta di Gesù è altrettanto pronta: "A Dio tutto è possibile!"
L'opera della santità non è dell'uomo che deve mettere comunque il suo 1 % che costa come se fosse il 100 %, ma è di Dio che è il solo santo.

lunedì 17 agosto 2009

Il giovane ricco

Il giovane ricco rappresenta un po' tutti noi, non solo i cristiani o gli apostoli mancati. Il Giovane, forse vedendo ciò che faceva Gesù, anelava a qualcosa di più alto, di più sublime ed è lui stesso chedomanda a Gesù. "CHE MI MANCA ANCORA?"
Gesù allora risponde partendo dalla sua domanda:
SE VUOI ESSERE PERFETTO...
E' una condizione SE alla quale Gesù fa seguire altri sei verbi:
VA' - VENDI - DALLO - AVRAI - VIENI - SEGUIMI
Non basta desiderare la santità o stare sul monte Tabor a contemplare la bellezza di Gesù, bisogna
ANDARE
tuffarsi nel passato per accettarlo e distaccarsene
VENDERE - DARE
cioè
LASCIARE
Prima quindi, analizzare il passato e distaccarsene, entrando in sé stessi e quindi
VENIRE A GESU'
di fronte a Lui al Tabernacolo per poterlo
SEGUIRE.

domenica 16 agosto 2009

Chi mangia la mia carne...

Il Vangelo di oggi mi riporta a considerare l'Eucarestia e come ci si comporta alla Sua presenza. L'Eucarestia è Gesù stesso in corpo e anima. Gesù era uomo ma anche Dio e all'Eucarestia si deve il giusto culto. Lo spiego come farei con i bambini. Uno entra in casa dell'altro. La prima cosa che fa è quella di salutare il padrone di casa dandogli il giusto rispetto. Non può entrare senza fare mezzo saluto e andandosi a sedere subito. Se il Padrone di casa è l'amico migliore (non so se a voi è capitato) si va in un luogo da soli per poter parlare liberamente, scambiarsi delle confidenze. Con Gesù è la stessa cosa ma poiché Egli si è proclamato Figlio di Dio, dobbiamo darGli il rispetto che si deve. Certo, l'inginocchiarsi corrisponde ad un atto interiore di adorazione ma è pur sempre un riflesso di ciò che il nostro cuore pensa e sente.

sabato 15 agosto 2009

Maria Santissima Assunta

L'anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva, d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.


Che bello il Cantico della Madonna! Sublime nella sua semplicità: proprio perché Maria è umile, cioè riconoscente dei doni che Dio le ha dato, tutti la proclameranno beata. Proprio perché piccola, il suo spirito esulta in Dio che è l'unico Salvatore.

venerdì 14 agosto 2009

Essere misericordiosi

Perdonare è molto difficile per l'uomo, così come donare la vita per gli altri. L'amore oblativo è prerogativa di Dio. E' una grazia che Dio fa all'uomo tramite lo Spirito Santo, rendendolo così partecipe della sua vita. Lo Spirito Santo deve essere il cuore pulsante del cristiano. Il mio impegno è vivere l'amore, far battere quel cuore pulsante cristiano. Cominciare ad offrire ogni azione, ogni pensiero, ogni gioia, ogni sofferenza in espiazione dei peccati miei e dell'umanità. Sono consacrata, devo imitare Cristo in modo totale senza lasciare che i miei limiti mi ostacolino...
Farsi Eucarestia: rendimento di grazie...farsi Comunione: in Dio con i fratelli.

venerdì 7 agosto 2009

Essere suoi discepoli

Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua."
Gesù si rivolge ai suoi discepoli e li avverte delle condizioni per essere suoi imitatori. Quel "se" posto al prinicipio del discorso la dice lunga sulla liberà che Egli dà all'uomo: "se vuoi far parte del mio Regno...". Al "se" segue la condizione del rinnegamento di sé. Il se è seguito da tre verbi: rinnegare, prendere e seguire.

Il verbo "rinnegare", dire no, cioè, alle esigenze della carne, regge il complemento oggetto sé stesso. Il Verbo "prendere" rege il complemento oggetto "la sua croce".

Rinnegando sé stessi si può prendere, accettare la propria croce e, accettare la propria croce, implica un certo rinnegamento di sé. La sofferenza è contraria alla natura umana. Dopo aver accettato la sofferenza, bisogna saper seguire Gesù che non solo accettò ma amò la croce...
E così che..."chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia la troverà."
La vita eterna...Ma anche la gioia dei Figli di Dio...

giovedì 6 agosto 2009

Festa della Madonna e trasfigurazione

Grande festa per la Chiesa oggi. Gesù si trasfigura sul monte Tabor: non a caso segue la festa della Madonna. La Madonna è la strada per eccellenza che porta a Gesù...Contemplare la Trasfigurazione per poter salire il monte Calvario con coraggio, assieme alla Madre di Dio e Madre nostra.

domenica 2 agosto 2009

Non di solo pane vive l'uomo

"Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà..."

Si può vivere solo dell'amore di Dio? Sì, ci sono tanti esempi di santi che hanno vissuto cibandosi solo di Eucaristia. Solo Gesù è necessario e la vita dell'anima...Il corpo è destinato a perire mentre l'anima è creata per l'eternità.

mercoledì 29 luglio 2009

Il tesoro nel campo e la perla preziosa

Vangelo del giorno: il tesoro nel campo e la perla preziosa. Due simboli per trasmettere la bellezza e il fascino dell'annuncio di Cristo e della Persona stessa del Cristo...Sono eloquenti, dicono molto dell'attrattiva che Dio esercita sull'uomo.

martedì 28 luglio 2009

La zizzania e il grano

Il Vangelo di oggi parla della crescita della zizzania assieme al grano. In ogni spirito nasce assieme al grano la zizzania, seminta dal diavolo o causata dalla concupiscenza. Essa deve essere estirpata altrimenti soffoca il grano. Il grano, però deve essere curato affinché cresca ben robusto.

martedì 14 luglio 2009

Nonostante il miracolo...

Primo libro dei Re 19,1 - 9a. 11 - 21.
Il racconto del profeta Elia ha una svolta inattesa. Umanamente sarebbe ragionevole che dopo il miracolo del fuoco, Gezabele mandi ad uccidere Elia. Nessun onore umano lo aspetta, ma una violenta persecuzione che mira alla sua eliminazione. Elia ha timore e scappa. Il suo timore è talmente grande che gli strappa il desiderio di morte. Dio, però, lo soccorre e gli sta accanto rivelandosi nel mormorio di un vento leggero. La morte di Elia non è volontà di Dio. Con la brezza cerca di far capire all'uomo che la forza di Dio è ben diversa da quella umana.

lunedì 13 luglio 2009

Dio è potente

La prima lettura dell'Ufficio, tratta dal libro dei Re (18,16b - 39), riporta la sfida tra i profeti di Baal e quelli del Signore Dio. Interessante notare in tutta la Sacra Scrittura come Dio ponga l'accento, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, sull'esiguità dei Profeti o discepoli del Signore Dio. Anche questa lettura non fa eccezione. Quattrocentocinquanta sono i profeti di Baal e quattrocento quelli di Asera. Numeri abbastanza grandi soprattutto se raffrontati con il numero dei profeti del Signore Dio...Il profeta del Signore è solo UNO, ed è Elia!
I profeti di Baal, pur essendo numerosi, non ottengono il miracolo tanto agognato, mentre Elia dopo appena aver formulato una breve preghiera, viene esaudito da Dio che manda il suo fuoco bruciando l'olocausto, l'altare e tutto il resto.

Così, nella giovane Chiesa ridotta ad un numero di 12 uomini e una manciata di donne, tra cui era presente anche Maria, la Madre di Gesù, con la sua preghiera fa discendere dal cielo, il fuoco dello Spirito Santo, l'Amore del Padre e del Figlio che consuma la paura dei discepoli e li proietta in una dimensione reale totalmente differente. Daranno poi prova di coraggio donando totalmente la loro vita subendo supplizi orrendi. Esiguità dei numeri dei discepoli che vuole sottolineare la potenza di Dio che si rivela negli inermi.

Ancora adesso i cristiani sono veramente pochi, un puntino nel mondo, una goccia nell'oceano e testimoniano con la loro esiguità la potenza di Dio e del Suo Amore.
Dimentichiamo troppo spesso che Dio non distrusse il popolo d'Israele per le preghiere insistenti di un solo uomo: Abramo. Non spaventiamo del numero piccolo, ma, con fede crediamo nella potenza dell'amore di Dio che può far nascere dalle pietre figli di Abramo!

giovedì 9 luglio 2009

Dal commento sul salmo 118 di Sant'Ambrogio vescovo

"Beato colui alla cui porta bussa Cristo. La nostra porta è la fede"
E' beato davvero colui alla cui porta bussa Cristo: Egli si degna di visitarlo con la sua dolce presenza piena di pace e di eternità. Compito nostro è di tenere le lampade accese alimentandole in continuazione con l'olio della letizia e del fervore.

giovedì 11 giugno 2009

Sono venuto a portare compimento...

Compimento della legge...Gesù è venuto sulla terra per mostrare il vero volto di Dio, per completare e spiegare meglio la legge, cioè il Decalogo. I dieci NON sono affiancati e completati dai dieci BEATI.
Gesù domanda all'umanità non solo di NON UCCIDERE, ma di amare il proprio nemico...

Coloro che soffrono saranno/sono beati...

"Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione."
"Beati gli afflitti, perché saranno consolati...Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli!"
Straordinario accostamento della Liturgia tra la prima lettura di San Paolo che parla della sofferenza e la terza del Vangelo in cui vi è Gesù che proclama le beatitudini. Difficile davvero per un uomo praticare questo, deve possedere un grande amore oblativo. Umanamente questo amore possiamo vederlo concretizzato nelle mamma. anche nel Vangelo ne riporta infatti l'esempio...