martedì 24 febbraio 2009

La gratitudine


Hai ragione carissima Dana, un cuore che sa essere grato, è un cuore che sa riconoscere la grandezza dei fratelli. Quel bellissimo paesaggio mi ricorda tante cose. Ho amato sempre la mia città, intensamente, perché le mie radici sono costì. Ma per Dio, anche il sacrificio del distacco materiale dei propri ricordi e della propria città, non sono ancora abbastanza. Là vedo i miei sentimenti concretizzarsi...Anche qui sto costruendo la mia vita, passo dopo passo. La mia vita si è incrociata con altre vite, le mie ore con ore di altre persone, hanno combaciato per poi correre nuovamente separatamente. Allora inizierò ad amare pure questa città che comincia a vedere i miei sentimenti che si materializzano nell'oro del sole, nell'argento della luna, nel soffio del vento e nella placidità delle mura del Vaticano e nell'imponenza del Colosseo acceso dal sole e animato dalle folle.

La gratitudine fa grande un cuore: gli fa comprendere che non tutto gli è dovuto ma tutto è grazia..!

domenica 22 febbraio 2009

IMPARARE A DIRE GRAZIE


Quante volte guardando questo panorama, non ero felice, mi sentivo fuori luogo, in qualsiasi parte della mia città, mi sentivo un estranea.. dopo anni e dopo tante "facciate" ho capito che il mio senso di estraneità era solo dentro il mio cuore... poi ho inizato a comprendere a capire... ero così lontana da Lui.. anche quando credevo di esserGli vicino.. Poco alla volta il mio cuore si stava aprendo, iniziavo a sentire a capire... Ora amo la mia città, amo la mia vita e non mi basterà l'eternità per dirGli GRAZIE..
Un piccolo pensiero da chi ha tanta difficoltà a scrivere.

Chi condanna gli altri

Chi condanna gli altri, in realtà condanna sé stesso. Ha straordinari sensi di colpa e un esagerato timore di sbagliare. Non si riesce a perdonare, ogni sbaglio, seppur piccolo, assume proporzioni giganti.

Non essere vittime!

Non contempliamo le nostre sofferenze, come facevano gli Apostoli dopo la morte di Gesù, sprangati in una stanza, timorosi dei giudei e chiusi nel loro lutto, incapaci di credere all' annunzio della Resurrezione da parte delle donne. Non contempliamole, soprattutto quando vengono dal nostro carattere: andiamo ed annunciamo a tutti la buona novella! Contemplare le proprie sofferenze non serve a nulla perché queste non si risolvono ugualmente e diventano occasione di condanna e motivo di egoismo perché ci chiudono sempre di più alla soddisfazione delle nostre esigenze e ad ignorare il nostro fratello che forse soffre più di noi ma tace la sua sofferenza...Ed intanto passano accanto a noi tante persone bisognose d'aiuto e noi "cristianamente" stiamo sulla croce che ci siamo fatti noi, lamentandoci sempre, ma pur non facendo nulla per schiodarci da essa, incapaci di sentire gli altri tanto le urla nostre sono laceranti, incapaci di comprendere che solo noi stessi, possiamo scendere e distruggere la nostra croce con un semplice sguardo di altruismo, smettendoci di affibbiare la responsabilità agli altri e prendendoci finalmente le nostre.

A questo proposito..

A questo proposito il cappellano ha tenuto una predica semplice ma piena di contenuti. Lui ha detto che noi desideriamo e domandiamo la misericordia di Dio ma non diamo agli altri una nuova opportunità. Eppure anche nel Padre Nostro diciamo una frase che dovrebbe compromettere assai: "RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI".
Ha detto inoltre, che tante nostre sofferenze derivano dalla nostra incapacità di perdonare, anche torti di 20 anni fa...e ha notato che colui che soffre non è che ha fatto il torto pure involontariamente, ma chi non riesce a perdonarlo.
Io ho meditato sola questi bellissimi e profondi contenuti e ho pensato che alcuni nodi presenti nell'esistenza attuale sono dovuti proprio al fatto di non aver perdonato qualcuno che ha fatto del male, anche inconsapevolmente. Due anni fa, il cappellano che c'era prima, toccò anch'egli gli stessi argomenti e disse che dietro alcuni nostri atteggiamenti ostili, c'è un risentimento inconscio verso un componente della famiglia d'origine. Il suo padre maestro si accorse di questo e gli suggerì una preghiera semplice semplice. Disse di ripeterla fino a che i nodi del presente non si fossero sciolti. Spesso nelle nostre tristezze attuali, si nasconde la nostra incapacità di perdonare.

Fede

La fede è un grande dono di Dio che deve essere, ad ogni modo, continuamente alimentato dalla persona attraverso la frequenza ai sacramenti, la preghiera comunitaria e personale. Non si può coltivare la propria fede da soli, dobbiamo rassegnarci ad avere bisogno degli altri sebbene siano imperfetti, come d' altronde lo siamo noi stessi. Siamo, infatti, membra di un corpo bene compaginato...e come membra non possiamo vivere da soli: la mano non può essere separata dal braccio, altrimenti andrebbe incontro a morte certa. Un antico detto affermava che una mano lava l'altra. Ed è così che anche i membri della chiesa dovrebbero agire: curare le membra malate, soccorrerle con sollecitudine, come Cristo ha fatto con noi. Non possiamo abbandonare il nostro fratello che sbaglia, al suo destino, ma dobbiamo avere il coraggio di comportarci come il buon Samaritano che soccorse l'uomo sconosciuto senza remore di sorta, come, d'altronde fa Gesù con noi. Noi, in confronto a Lui, siamo senz'altro pieni di difetti e peccati che nemmeno conosciamo. Come dovrebbe agire? Lasciandoci soli a cuocere nel nostro brodo...Questo vogliamo? Eppure noi da Lui pretendiamo il perdono e la misericordia sempre, che intervenga sempre a fermare il male che l'uomo, liberamente compie. Perché pretendere tanto e non dare mai?

sabato 21 febbraio 2009

La vita oltre la morte

La vita è un grande dono. E' un tempo donatici da Dio da vivere sulla terra assieme ad altre persone. Le vite delle persone s'intrecciano le une con le altre formando una trama fitta. Alcuni, essendo capi di nazioni, possono decidere le sorti del mondo. E' incredibile come abbiamo chiaro il concetto di potere e della sua esecuzione. Tutto ciò che facciamo nella nostra esistenza è un riflesso della vita eterna.
Il primo libro che lessi su alcune testimonianze della vita eterna fu di Giuseppe Di Pasquale ed era intitolato "Venuti dall'Al di là". Dapprima lo avevo veduto in mano ad una mia consorella, la quale lo descrisse con entusiasmo. All'epoca mi interessavano più che altro le storie dei santi. Terminate queste, giunsi a quel libretto. Giuseppe Di Pasquale è un prete che ha raccolto in quel libretto alcune testimonianze di vita oltre la morte. Era molto bello come era impostato. Il racconto si apriva con la narrazione di alcune morti di persone che nell'atto di esalare il loro ultimo respiro, vedevano i loro cari che li avevano già preceduti che venivano loro incontro.

mercoledì 18 febbraio 2009

L'uomo è capace di Dio

Così comincia il Catechismo della Chiesa Cattolica. L'uomo da sempre ha percepito una presenza superiore a sé che ha creato il mondo. Oggi pensavo che l'uomo è l'unica creatura consapevole della sua mortalità. Fin dai tempi più antichi, l'uomo rendeva culto ai defunti e pensava esistesso una vita eterna. L'uomo doveva andare, dopo la morte, a cacciare nelle grandi e verdi praterie...C'è da impazzire di fronte alla morte senza una fede o una convinzione religiosa. Durante l' adolescenza ho trascorso un periodo di crisi riguardo alla fede. Esorcizzavo il pensiero della morte ma in realtà esso mi gettava completamente nel panico più assoluto.

domenica 15 febbraio 2009

Edith Stein

Le preghiere i riti del sacrificio eucaristico fanno continuamente rivivere davanti agli occhi della nostra anima, nel corso del ciclo liturgico, tutta la storia della salvezza, e ci fanno penetrare sempre di più il suo significato.

sabato 14 febbraio 2009

Accettare il pensiero della Chiesa

Come ho già detto un'altra volta, ci vuole una grazia particolare per accettare il pensiero della Chiesa. L'accettare il pensiero della Chiesa nasce dall'amore profondo fra l'uomo e il suo Creatore. Non vi è alcun dubbio che i preti, i religiosi, i credenti sono persone fallibili. Fin dai primi passi la Chiesa ha commesso degli errori o i membri hanno litigato fra loro. E' normale...E' sbagliato, invece, che a causa di questi errori si perda la fede; vuol dire che non era alimentata abbastanza. Era come quel seme gettato sul terreno sassoso...Il vero amore si misura nei momenti difficili. Gesù in fondo subì il tradimento da parte di tutti i suoi discepoli, non solo di Giuda che lo consegnò nelle mani dei nemici, non solo di Pietro che ripeté il suo "non conosco quell'uomo". Tutti i discepoli lo tradirono con la loro fuga. Modi diversi di tradire e gradi diversi di tradimento.

domenica 8 febbraio 2009

Dal foglietto della Domenica

Educare alla salute e alla vita significa educare al rispetto della dignità della persona umana che vale per sé stessa e non è caratterizzata solo dalle sue capacità, ma anche dalla sua vulnerabilità, dal suo limite e dalla sua apertura alla reciprocità e al dono di sé.
La vera salute non è l'assenza di problemi fisici o psichici ma è l'equilibrio armonico della persona che cerca, con tutte le risorse e i limiti che ha, di donarsi e condividere con gli altri le gioie e le fatiche della vita.
Don Andrea Manto.

mercoledì 4 febbraio 2009

Per la vita

E' dal pensare la vita come dono di Dio nasce la concezione di viverla fino in fondo, così come essa si presenta, con le sue difficoltà e problemi. La vita terrena deve essere vissuta in previsione di quella eterna.

lunedì 2 febbraio 2009

Responsabile la Chiesa per l'AIDS in Africa?

Forse quella persona che ha affermato ciò, voleva alludere alla negazione da parte della Chiesa dell'uso dei contraccettivi. Comprendo che sia difficile abbracciare totalmente il pensiero della Chiesa, in realtà ci vuole una grazia speciale che tocchi il cuore fin nel profondo...Più di tante parole, forse ci vorrebbe il sorriso di chi vive il messaggio cristiano e l'insegnamento della Chiesa.
La Chiesa Parte dal concetto che l'uomo non può essere padrone della propria vita che è dono gratuito di Dio. Non parte da presupposti di rinnegamento, ma il suo scopo principale è quello di tutelare la vita. Anche l'Antico Testamento è pieno di esempi di donne sterili a cui viene poi annunciata la maternità, questo per sottolineare che l'autore della vita è Dio stesso..
Se io impedisco il concepimento, mi metto al posto di Dio e decido io quando avere figli. Ricordiamo l'esempio forte del santo re Davide che volle unirsi alla moglie di Uria. Il figlio che nacque da questa unione, quello che Davide voleva salisse al trono, morì di malattia.
Mi piacerebbe che, chi non fosse d'accordo, facesse sentire la sua voce. Sarebbe bello intavolare un discorso.
Ma perché non insegnare agli africani che si può vivere anche astenendosi dai rapporti sessuali?

domenica 1 febbraio 2009

La Chiesa e gli omosessuali

Nell'altro blog ho raccontato che una persona mi ha investito di critiche riguardo al Papa e alla Chiesa. Non so a chi possano interessare questi argomenti, tuttavia il Signore mi ha ispirato ad affrontare questo discorso.
Tutti siamo venuti a conoscenza delle violenze inaudite sulle donne da parte di alcuni stranieri. Nel sito della tiscali mi pare, hanno affrontato questo discorso a colpi di parole. Non penso che fossero cattolici...o almeno non tutti.! Un ragazzo straniero, difendendosi dalle accuse di noi italiani che abbiamo posto l'accento sul fatto che questi violentatori erano stranieri, ha affermato senza mezzi termini che gli italiani sono tutti omosessuali.
Potete immaginare la reazione di noi italiani...e veramente anche a me ha dato fastidio, essendo italiana al 100 %...frasi volgari, minacce di avvertire la polizia! Insomma, fatto sta che tutti l'hanno presa per un'offesa e se i non cattolici, fossero per gli omosessuali, sarebbe stato il contrario! Ma se lo dicono i "non cattolici" è un conto...ma guai se la Chiesa parla, lei non può!
La Chiesa non ha niente contro gli omosessuali in genere. Sono persone come noi...e quindi non abbiate paura di stringere loro la mano! Di solito sono persone sensibilissime che hanno sofferto l'emarginazione da parte degli altri, prese in giro condite con la cattiveria...
Solo la Chiesa si rivolge a queste persone dicendo che l'individuo deve accettare la sua condizione e farne occasione di offerta e di vivere la continenza pienamente, astenendosi da rapporti contro natura.
Così si rivolge anche alle coppie di fidanzati eterosessuali...E' questo che della Chiesa in realtà non si accetta: non fate del vostro corpo ciò che volete, ma vivete con dignità, trattando il vostro corpo con rispetto!

I preti non possono capire i padri di famiglia...

Parliamo sempre partendo da una concezione umana e così sbagliamo fin dal principio. Forse i preti e le suore dovrebbero partire da un approccio umano, di comprensione e non di giudizio, anche di fronte a chi si presenta con gravi peccati alle spalle. Ricordiamo la Samaritana e pure la donna adultera... Gesù parlò con chiarezza alla Samaritana, facendole notare che, per dirla in parole povere e semplici, andava con tutti ma non per questo la respinse, anzi, parlò con lei. Con l'adultera, fece scappare tutti coloro che la volevano lapidare, opponendo al giudizio severo degli uomini, la misericordia di Dio...La chiamò figlia...
Allora, i preti e le suore, dovrebbero ascoltare con cuore aperto, tutti i racconti, anche quelli più scabrosi, della gente, per poter essere segno della grandezza della misericordia di Dio. Dio non si scandalizza dell'uomo, ma lo ascolta, senza per questo aver vergogna di dire la verità.
Lo Spirito Santo, il grande dimenticato, metterà in bocca al prete le parole giuste da dire ad un padre di famiglia, e non dimentichiamo che ancor prima di essere sacerdote è un uomo...con le nostre stesse debolezze, i nostri stessi sentimenti e le stesse nostre lotte!

Essere Sacerdoti in mezzo alla gente!


Perché i preti non si sposano?Mt 19

Domanda molto frequente...Ma rimando direttamente alla vita stessa di Gesù. Egli, durante la sua vita terrena esortò i suoi discepoli ad imitarlo, ad imparare da Lui, mite ed umile di cuore. Dopo una discussione riguardo all'atto di ripudio, al divorzio dell'epoca, Gesù sottolineò che Dio, al tempo di Mosè lo aveva tollerato per la durezza del cuore degli uomini, ma che l'uomo, d'ora in poi, non avrebbe dovuto più separare ciò che Dio aveva unito. Fu proprio in quel contesto che Gesù inserì il discorso sul celibato per il Regno dei Cieli.
Gli apostoli, di fronte a tale discorso, rimasero sgomenti, tanto che esclamarono: "Se questa è la condizione dell'uomo nei confronti della donna, meglio non sposarsi!.
Gesù ribatté: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca."

Che cos'è la santità?

La santità non è l'assenza di errori, ma amare Dio e il prossimo con tutti sé stessi...
La santità deve risiedere soprattutto nel proprio cuore, le pratiche esterne devono essere spinte dall'amore...
La carità copre una moltitudine di peccati.