sabato 27 febbraio 2010

Siate perfetti come il Padre vostro celeste


Ciò che commuove di Gesù è il fatto che perdona sempre ed ama smisuratamente. Spesso ci dimentichiamo che quest'amore è rivolto anche ai nostri fratelli, forse quelli che ci danno più fastidio. Anche noi dobbiamo amarli come li ama il Padre celeste.

venerdì 26 febbraio 2010

La carità va oltre...

Amare tutti, anche coloro che ci fanno del male. Non si deve uccidere con le parole, tutto deve nascere dall'amore.

giovedì 25 febbraio 2010

Chiunque chiede, riceve

Gesù intende insegnare che è molto importante essere perseveranti nella preghiera. Ricordiamo la donna siro - fenicia che domandò a Gesù di liberare sua figlia indemoniata. Egli non concesse subito il miracolo, ma provò la fede della donna rispondendo con durezza. Ella non si scoraggiò ma domandò nuovamente aiuto. Gesù, vista la sua fede l'accontentò. Bisogna chiedere con fede e disponibilità nell'accettazione della volontà di Dio. Non sappiamo infatti se ciò che domandiamo sia un bene per la nostra anima.

mercoledì 24 febbraio 2010

Sarà dato solamente il segno di Giona...

Gesù non usa mezzi termini: "è una generazione malvagia"...Sì, una generazione malvagia che attende un segno a cui, comunque, non crederà.
Hanno visto, ascoltato Gesù, ma non hanno creduto, perciò saranno giudicati severamente.

martedì 23 febbraio 2010

Non sprecate parole nella preghiera!

Quanto è importante la preghiera! Se fatta bene, trasforma il cuore dell'uomo ma, come tutti gli atti di pietà, deve nascere dall'interno. Quante volte la preghiera si trasforma in uno sterile elenco di necessità, oppure si recita per ottenere consolazione! La preghiera è un semplice incontro con l'Amato, una fusione delle due anime fino a diventare uno. La vera preghiera genera pace ma non la si deve ricercare solo per questo. Gesù c'insegna a pregare Dio come "Padre Nostro". Solamente queste due parole esprimono un'interiorità talmente profonda che dovrebbe mutare la vita concreta. E' vero, se la preghiera non ingloba anche la sfera appartenente alla vita concreta, non si può definire assolutamente autentica.

lunedì 22 febbraio 2010

Cattedra di San Pietro

A certe conoscenze della fede si giunge solamente attraverso una speciale grazia di Dio. Lo dimostra molto bene Pietro e questo ci consola. Dopo la moltiplicazione dei pani, i discepoli, durante la traversata, discutevano sul fatto di non avere più pani, dimostrando così la loro poca fede. Giunsero quindi a Cesarea di Filippo e Gesù domandò ai suoi discepoli che cosa diceva la folla che fosse il Figlio dell'Uomo. Deve aver suscitato una certa reazione la moltiplicazione di pani! Ma quali? Ed ecco che dalla bocca dei discepoli escono le cose più disparate....Giovanni il Battista... Elia...Geremia..."Ma voi che vivete accanto a me, chi dite, chi credete che io sia?"
Risponde Pietro con una professione di fede così profonda ma semplice e chiara: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!"
Pietro sarà quindi il capo della Chiesa e questa missione, affidatagli da Cristo in persona, non lo libera dalle sue debolezze...Ed infatti ecco che poco dopo si scandalizza di fronte all'annuncio della passione e dimostra, così, di pensare, talvolta, ancora come un uomo.

domenica 21 febbraio 2010

Non di solo pane vive l'uomo

Prima domenica di quaresima: Gesù pieno di Spirito Santo, si allontana dal Giordano e va nel deserto dove viene tentato dal diavolo.
Gesù ci ama talmente tanto da accettare la nostra condizione umana fino in fondo. Accettò di essere tentato e ci mostrò il modo per uscirne: la preghiera e l'amore di Dio. Basta questo.

sabato 20 febbraio 2010

Fare digiuno è anche amare!

Il digiuno va accompagnato dalla carità altrimenti non ha alcuna consistenza e significato. Lo spiega bene il Vangelo di oggi. La carità non è fatta di compromessi, è trasparente e si dà senza tregua, senza temere di contaminarsi, di essere giudicata.
Vediamo quindi un Gesù che chiama i peccatori e che dimostra una liberalità eccezionale. L'amore è umile e non teme nulla.

venerdì 19 febbraio 2010

Fate penitenza!

I primi giorni di Quaresima...Ci addentriamo nel deserto, nel silenzio della preghiera e dell'unione con Dio.
Prima tappa: mercoledì delle ceneri. Si parla della purezza delle intenzioni: l'uomo deve puntare solo a Dio nella carità.
Seconda tappa: l'uomo deve imitare Gesù, quindi mortificarsi.
Terza tappa: il digiuno cristiano.
I discepoli di Giovanni, uomo austero che si ciba di locuste e miele selvatico, non comprendono l'atteggiamento di quelli di Gesù i quali non digiunano.
Dev'essere sembrata loro una cosa molto strana: abituati ai lunghi digiuni ebraici, segni di penitenza e di attesa, vedono i discepoli di un uomo di Dio, non mortificarsi. Domanda spontanea ma anche densa di significato. La loro disposizione interiore nei confronti di Gesù era diversa da quella dei farisei, abituati a metterlo alla prova e a rimanere in agguato per coglierlo in fallo. Erano discepoli di un uomo che predicava l'amore, la conversione e di vita austera.
Avevano sicuramente riconosciuto in Gesù un profeta e la risposta che si aspettavano era per loro importantissima e avrebbe esplicato un atteggiamento altrimenti incomprensibile.

giovedì 18 febbraio 2010

Il Figlio dell'uomo dovrà soffrire molto

Immaginiamo ciò che i discepoli devono aver capito della Persona di Gesù che, dopo aver compiuto miracoli, liberato gl'indemoniati, afferma decisamente che dovrà soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno.
Gesù comincia il suo lungo cammino verso Gerusalemme. Forse i discepoli avranno compreso poco dei discorsi di Gesù. Egli dava loro esempio con la concretezza della sua vita e per questo motivo, può esigere da loro il rinnegamento di sé. La mortificazione è quella scala che può portare fino al cielo. Essa determina il distacco dal proprio corpo e le sue esigenze e così il conseguimento della leggerezza d'animo, quel distaccarsi dalle cose terrene per immergersi nell'immensità di Dio.

mercoledì 17 febbraio 2010

Mercoledì delle ceneri

Carità autentica... Gesù desidera il cuore dell'uomo, non tanto le sue azioni. Ancora una volta esorta l'uomo a rinnovarsi fin nel profondo. La sorgente di ogni azione deve essere l'amore. L'amore vero, quello umile e nascosto, s'impara stando con Dio, nel silenzio della preghiera. Solo Lui può darci la forza di amare disinteressantamente...Non rinnovate le vostre azioni, ma il vostro cuore. All'inizio della Quaresima, Gesù ci dà il primo consiglio per riconciliarci con Dio, con i fratelli, con noi stessi: la preghiera. "Entra nella tua camera" entra nell'initmità del tuo cuore, rientra in te stesso, non ti distrarre. Guarda ciò che c'è nel tuo cuore, i tuoi sentimenti più profondi, le tue aspirazioni più vere...Non avere paura di entrare nel tuo cuore... Entraci con Dio Padre ed analizza ogni tuo sentimento.Qual è la loro sorgente? Riconciliati con il tuo passato. Per entrare nell'intimità con Dio, devi essere in pace con te stesso, con gli altri e con Dio.
"Chiudi la porta": devi fare silenzio nel tuo cuore.

martedì 16 febbraio 2010

Guardatevi dal lievito dei farisei

Gesù non si scontra solamente con la durezza di cuore dei farisei, ma anche con quella dei discepoli. Forse l'unica che compese Gesù, era sua Madre. Gesù lascia i farisei a cui aveva risposto che l'unico segno che avrebbe dato all'umanità riguardo alla Sua messianicità, era il segno di Giona, cioè la sua morte e Risurrezione. Se avesse dato altri segni, i farisei non avrebbero creduto. I farisei avranno accumulato altro rancore nei confronti di Gesù che avrebbero poi scaricato durante la passione... Ma non era giunta ancora la sua ora. Questo deve aiutarci a maturare un atteggiamento di abbandono perché il nostro futuro sta nelle mani di Dio Padre.
Saliti quindi sulla barca, i discepoli si accorgono di non aver portato con sé del pane e questo genera preoccupazione. Gesù allora li ammonisce dicendo di non essere increduli come i farisei ed Erode. Loro non intendono il discorso di Gesù e continuano a discutere fra di loro. I discepoli mancano di fede, pur stando con Lui e avendo assistito ai vari miracoli, non riescono ad abbandonarsi a Lui.

lunedì 15 febbraio 2010

Considerate perfetta letizia

Interessante il fatto che i farisei, dopo aver assistito ai tanti miracoli, domandano un segno dal cielo. M'immagino la grande pazienza di Gesù di fronte all'atteggiamento così ottuso dei farisei. E' come se dopo aver spiegato per un'ora dove si trova una via, l'altro mi rispondesse: "Scusa, ma dove si trova la via tal dei tali?"
Normale che Gesù sospiri e li lasci senza risposta.
"Considerate perfetta letizia, quando subite ogni sorta di prove", quando ci scontriamo con l'incomprensione altrui. Forse anch'io, nonostante abbia ricevuto la rivelazione del Vangelo, ho il cuore indurito dei farisei e on credo nemmeno di fronte ai miracoli.

domenica 14 febbraio 2010

Le beatitudini

Le beatitudini...Il discorso della montagna...Nel Vangelo di Luca, Gesù parla da un luogo pianeggiante. Egli si pone allo stesso piano dei suoi discepoli, perché Lui stesso vive le beatitudini, le sente dentro il cuore, le vive, le incarna. Egli era povero di spirito... Egli è stato perseguitato, i carnefici si sono accaniti su di Lui con inaudita ferocia. Anche noi dobbiamo cominciare ad incarnare le beatitudini: Lui ci darà la grazia e ci accompagnerà lungo il percorso della Quaresima.

sabato 13 febbraio 2010

Mangiarono e si saziarono

Dopo i miracoli, la folla accorre. Vuole ascoltare Gesù. Il Vangelo attesta la presenza di 4000 persone. Immaginate una folla enorme: molto probabilmente i più sentirono poco le parole di Gesù: non esistevano i microfoni! Ma stavano ugualmente là, affascinati dalla sua presenza che emanava pace...E lo seguivano da tre giorni, incuranti di ogni cosa, desiderosa solo di stare con Lui. Gesù si preoccupa perciò delle folle, ne sente compassione. Chiama a sé i discepoli e comunica loro i Suoi sentimenti. Egli chiama a sé i discepoli e comunica loro i Suoi sentimenti. Egli chiama l'uomo a collaborare, ad essere espressione concreta dei Suoi sentimenti. La vera carità nasce così: dal dialogo con Dio e il desiderio di compiere la Sua volontà. I discepoli diedero a Gesù i loro 7 pani e Lui li divise e li diede alla folla. Egli entra anche nella nostra vita e domanda quanti pani abbiamo...Dobbiamo darglieli, affidare la nostra vita a Lui senza timore e non ci mancherà nulla...anzi avremo il di più. Più si dividono i beni con i fratelli, più aumentano.

venerdì 12 febbraio 2010

Effatà...apriti!

Gesù non ha davvero un attimo di tregua. L'uomo lo cerca per strappargli i miracoli. Gli conducono sofferenti... L'uomo ha sete di felicità. Si può immaginare la folla accorsa per ascoltarlo, per essere guarita. Lui forse pensa alla Croce che scandalizzerà molti ma che è il pilastro e simbolo del Cristianesimo. Possiamo percepire lo sguardo di compassione di Gesù per quegl'infelici senza speranza, diseredati, gli emarginati di ogni tempo e la speranza di chi li porta e le loro preghiere.
Gesù non è venuto esclusivamente per i miracoli di cui gli uomini appaiono così assetati. Acconsente a compiere il miracolo, ma trae il sordo muto in disparte per guarirlo e quindi lo sana. Lo stupore coglie l'uomo sanato e coloro che ve l'hanno accompagnato. Forse avevano sentito parlare di Gesù e avevano provato...Gesù raccomandava il silenzio...Non è venuto per i miracoli...

giovedì 11 febbraio 2010

I cagnolini mangiano le briciole

Gesù dev'essere stato un uomo pieno di attrattiva. Tutti erano informati sui suoi spostamenti. Da Lui attendevano guarigioni e liberazioni dal demonio...Erano tanto informati che, appena partiti da Genesaret, seppero che era nella regione di Tiro e di Sidone. Voleva rimanere nascosto, anche perché non voleva che la gente lo cercasse solamente per fare miracoli, ma desiderava che comprendesse il vero motivo per cui era venuto sulla terra: liberare l'uomo dal dominio del peccato e del demonio, riconciliarlo con Dio e finalmente riportarlo al vero Paradiso della Vita Eterna.
Volente o nolente, Gesù, entrato in una casa, fu raggiunto da una donna pagana e quindi immonda per i Giudei, la quale si gettò ai piedi di Gesù e lo supplicò di linerare la sua figlioletta dal demonio. Il dolore di una madre è sempre immenso. Possiamo immaginare la sofferenza, la costernazione di questa madre di fronte al dolore della propria figlia. Quante volte anche noi nel buio delle prove interiori ed esteriori, ci siamo gettati ai suoi piedi per implorare clemenza e soprattutto di restituirci la felicità, la guarigione. Cose materiali, cose terrene. Gesù che spesso si è commosso dinanzi alle folle, risponde un po' duramente. Ci rigetta nel buio della nostra sofferenza, ci ricorda che non è quella la vera gioia. Si chiude nel silenzio, anzi, ci lascia nel buio delle nostre prove...Com'è la tua fede? Ma la donna, con la sua fede ed umiltà, strappa il miracolo...Non abbiate paura, nell'oscurità brilla sempre la Sua stella. Ricordiamo che proprio oggi è la festa della Madonna di Lourdes, Colei che, alle nozze di Cana, disse al Figlio: "Non hanno più vino.".

mercoledì 10 febbraio 2010

Ciò che esce dall'uomo, questo contamiana l'uomo

Dopo il discorso duro con i farisei, ai quali Gesù rimprovera la loro superbia e la loro mancanza di carità, chiamò nuovamente la folla.
Gesù si rivolge a tre tipi di uditori differenti fra loro. I farisei, induriti dalla loro stessa superbia; la folla desiderosa di essere ammaestrata e di essere guarita; infine i discepoli, chiamati a stare con Lui, incapaci di capire, ammirati dalle azioni di Gesù. Gesù afferma alla folla stupefatta che nessun alimento è immondo e che ciò che contamina l'uomo è quello che esce dal suo cuore. E' il cuore, sono i pensieri che vanno purificati e che quindi potranno produrre veri e puri atti di carità.

martedì 9 febbraio 2010

Il primo comandamento è l'amore

I discepoli muti...di loro si sa, come ho già detto, che non facevano le abluzioni e che in reltà, capivano ben poco di ciò che faceva Gesù...Tuttavia, nonostante le loro incomprensioni, amavano Gesù, lo ammiravano. Non erano rosi dalla gelosia come i farisei che sapevano tutto delle leggi, ma erano ciechi di fronte alle grandi opere di Dio. Incapaci di vedere e di ascoltare, erano interessati a Gesù solamente per condannarlo.
Ed io come mi accosto a Gesù? Forse con arroganza? Come Colui che sa tutto e dall'alto giudica l'operato altrui...O forse con l'ottusità umile dei discepoli, affascinati ma ancora incapaci di comprendere il mistero di Dio?

lunedì 8 febbraio 2010

Chi lo toccava guariva

Dopo aver sgridato gli elementi naturali, Gesù e i suoi discepoli, continuarono la traversata. I discepoli, insensibili, non avevano compreso nulla di ciò che aveva fatto Gesù nella moltiplicazione dei pani e forse si domandavano in cuor loro, chi veramente avessero accolto nella loro vita e con chi facessero vita comune...Solo Dio poteva essere padrone della natura....Chiessà cosa pensavano mentre attraversavano il mare, se il loro cuore si stava aprendo al mistero di Dio...Gesù era popolare, il racconto dei suoi prodigi se era dilatato, era passato di bocca in bocca e, appena scesero dalla barca, ecco la folla presentare gli ammalati perché fossero guariti.
Il Profeta era approdato a Genesaret e tutti accorrevano.
I discepoli...? muti...? Su di loro non si dice nulla...Emerge il desiderio forte dei più deboli di essere guariti e la durezza dei farisei di fronte ai suoi miracoli.
I discepoli, dicono di loro i farisei, non fanno le abluzioni e prendono cibo con mani immonde.
I farisei, dopo aver assistito alle guarigioni, punti dal demonio della gelosia, domandano a Gesù con l'intento poi di accusarlo, come mai i suoi discepoli prendono cibo con mani immonde. "Fai tante guarigioni, caro Profeta, che fanno accorrere le folle, ma forse sei discepolo del demonio..." E Gesù che vede nel profondo di ogni cuore, li riprende dicendo loro che sono loro che mancano alla carità.

domenica 7 febbraio 2010

Ti farò pescatore di uomini

Questo brano del Vangelo si colloca tra due avvenimenti ben precisi e sembra voler quasi sottolineare la gratuità della vocazione che non nasce da un impegno umano, ma da un'azione divina. Uno sguardo...e poi una chiamata alla sequela.
Gesù, dopo aver guarito la suocera di Pietro e aver scacciato i demoni, si ritira in un luogo solitario, molto probabilmente, anche se non è stato espresso, per pregare, per avere quel contatto unico e indissolubile con Dio Padre. Ogni buona azione deve nascere, aver compimento ed esere ricondotta a Dio.
Gesù, però, non riesce ad iniziare il Suo colloquio intimo con il Padre, perché la folla, ammirata per i suoi miracoli, accorre per trattenerlo con lei. Gesù, che conosce il cuore dell'uomo, forse non vede in loro un desiderio sincero di stare con Lui e, comunque, Egli è chiamato a non avere alcuna sicurezza, se non quella di annunciare la buona Novella.
Quindi, un giorno, sulla riva del lago di Genezaret, la folla, ancora una volta, si accalcava, schiacciandolo, per ascoltare la Parola di Dio. Notò quindi due barche sulla riva sulle quali i pescatori, stanchi per una nottata di lavoro, stavano riassettando le reti. Erano delusi, scoraggiati, perché non avevano pescato nulla. Il loro lavoro non aveva fruttato e forse per quel giorno non avrebbero nemmeno avuto di che sfamarsi. Non erano affatto interessati a ciò che diceva Gesù alla folla che, pure, doveva essere immensa. Eppure loro, non badavano a nulla di ciò che stava accadendo intorno se non a riassettare le reti. Gesù, tra tutta la folla che si accalca per ascoltare la Sua Parola, sceglie di salire proprio sulla barca di Simone e lo prega di allontanarsi dalla riva. Egli lo fa... ed io mi domando se continuò a riassettare le reti mentre Gesù, sedutosi, ammaestrava le folle.
Fatto sta che Gesù sorprende scegliendo proprio quella barca e chiede a Simone, dopo aver terminato di parlare, di prendere il largo. Di solito si pesca durante la notte e all'alba, ma Gesù domanda a Simone di superare la sua stanchezza e la sua delusione e di allontanarsi dalla sicurezza della riva e, quindi di avventurarsi al largo. Simone compie un atto di fede e, superando i suoi limiti, prende il largo assieme a Giacomo e Giovanni.
Prende il largo...supera la sua stanchezza fisica e affronta un viaggio dagli esiti incerti.
Getta le reti...supera la sua sfiducia e sulla Parola di Gesù, getta quelle reti che con fatica stava già sistemando. E sorprendentemente, pescano talmente tanti pesci da affondare le barche.
"Oh Signore...sfiduciato, riassettavo le reti, senza nemmeno ascoltarti, mentre una folla traboccante ti stringeva da ogni parte. Disinteressato, non desideravo altro che il riposo...Perdonami, perché sono un peccatore!"
Quante volte anche noi, feriti dall'insuccesso dei nostri sforzi, contempliamo i nostri sbagli, delusi, amareggiati, senza nemmeno più ascoltare la Parola di Dio ed escludendolo dalla nostra vita... Ma Egli ci cerca, ci tira fuori dalla nostra stanchezza e il nostro tedio e c'invita ad allargare i nostri orizzonti e a non temere perché Lui darà senso alle nostre vite, rendendoci pescatori di uomini.