domenica 7 febbraio 2010

Ti farò pescatore di uomini

Questo brano del Vangelo si colloca tra due avvenimenti ben precisi e sembra voler quasi sottolineare la gratuità della vocazione che non nasce da un impegno umano, ma da un'azione divina. Uno sguardo...e poi una chiamata alla sequela.
Gesù, dopo aver guarito la suocera di Pietro e aver scacciato i demoni, si ritira in un luogo solitario, molto probabilmente, anche se non è stato espresso, per pregare, per avere quel contatto unico e indissolubile con Dio Padre. Ogni buona azione deve nascere, aver compimento ed esere ricondotta a Dio.
Gesù, però, non riesce ad iniziare il Suo colloquio intimo con il Padre, perché la folla, ammirata per i suoi miracoli, accorre per trattenerlo con lei. Gesù, che conosce il cuore dell'uomo, forse non vede in loro un desiderio sincero di stare con Lui e, comunque, Egli è chiamato a non avere alcuna sicurezza, se non quella di annunciare la buona Novella.
Quindi, un giorno, sulla riva del lago di Genezaret, la folla, ancora una volta, si accalcava, schiacciandolo, per ascoltare la Parola di Dio. Notò quindi due barche sulla riva sulle quali i pescatori, stanchi per una nottata di lavoro, stavano riassettando le reti. Erano delusi, scoraggiati, perché non avevano pescato nulla. Il loro lavoro non aveva fruttato e forse per quel giorno non avrebbero nemmeno avuto di che sfamarsi. Non erano affatto interessati a ciò che diceva Gesù alla folla che, pure, doveva essere immensa. Eppure loro, non badavano a nulla di ciò che stava accadendo intorno se non a riassettare le reti. Gesù, tra tutta la folla che si accalca per ascoltare la Sua Parola, sceglie di salire proprio sulla barca di Simone e lo prega di allontanarsi dalla riva. Egli lo fa... ed io mi domando se continuò a riassettare le reti mentre Gesù, sedutosi, ammaestrava le folle.
Fatto sta che Gesù sorprende scegliendo proprio quella barca e chiede a Simone, dopo aver terminato di parlare, di prendere il largo. Di solito si pesca durante la notte e all'alba, ma Gesù domanda a Simone di superare la sua stanchezza e la sua delusione e di allontanarsi dalla sicurezza della riva e, quindi di avventurarsi al largo. Simone compie un atto di fede e, superando i suoi limiti, prende il largo assieme a Giacomo e Giovanni.
Prende il largo...supera la sua stanchezza fisica e affronta un viaggio dagli esiti incerti.
Getta le reti...supera la sua sfiducia e sulla Parola di Gesù, getta quelle reti che con fatica stava già sistemando. E sorprendentemente, pescano talmente tanti pesci da affondare le barche.
"Oh Signore...sfiduciato, riassettavo le reti, senza nemmeno ascoltarti, mentre una folla traboccante ti stringeva da ogni parte. Disinteressato, non desideravo altro che il riposo...Perdonami, perché sono un peccatore!"
Quante volte anche noi, feriti dall'insuccesso dei nostri sforzi, contempliamo i nostri sbagli, delusi, amareggiati, senza nemmeno più ascoltare la Parola di Dio ed escludendolo dalla nostra vita... Ma Egli ci cerca, ci tira fuori dalla nostra stanchezza e il nostro tedio e c'invita ad allargare i nostri orizzonti e a non temere perché Lui darà senso alle nostre vite, rendendoci pescatori di uomini.

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