
Ciò che commuove di Gesù è il fatto che perdona sempre ed ama smisuratamente. Spesso ci dimentichiamo che quest'amore è rivolto anche ai nostri fratelli, forse quelli che ci danno più fastidio. Anche noi dobbiamo amarli come li ama il Padre celeste.
Il cuore è una piccola stanza...Ma può contenere l'infinito!
Gesù intende insegnare che è molto importante essere perseveranti nella preghiera. Ricordiamo la donna siro - fenicia che domandò a Gesù di liberare sua figlia indemoniata. Egli non concesse subito il miracolo, ma provò la fede della donna rispondendo con durezza. Ella non si scoraggiò ma domandò nuovamente aiuto. Gesù, vista la sua fede l'accontentò. Bisogna chiedere con fede e disponibilità nell'accettazione della volontà di Dio. Non sappiamo infatti se ciò che domandiamo sia un bene per la nostra anima.
Quanto è importante la preghiera! Se fatta bene, trasforma il cuore dell'uomo ma, come tutti gli atti di pietà, deve nascere dall'interno. Quante volte la preghiera si trasforma in uno sterile elenco di necessità, oppure si recita per ottenere consolazione! La preghiera è un semplice incontro con l'Amato, una fusione delle due anime fino a diventare uno. La vera preghiera genera pace ma non la si deve ricercare solo per questo. Gesù c'insegna a pregare Dio come "Padre Nostro". Solamente queste due parole esprimono un'interiorità talmente profonda che dovrebbe mutare la vita concreta. E' vero, se la preghiera non ingloba anche la sfera appartenente alla vita concreta, non si può definire assolutamente autentica.
A certe conoscenze della fede si giunge solamente attraverso una speciale grazia di Dio. Lo dimostra molto bene Pietro e questo ci consola. Dopo la moltiplicazione dei pani, i discepoli, durante la traversata, discutevano sul fatto di non avere più pani, dimostrando così la loro poca fede. Giunsero quindi a Cesarea di Filippo e Gesù domandò ai suoi discepoli che cosa diceva la folla che fosse il Figlio dell'Uomo. Deve aver suscitato una certa reazione la moltiplicazione di pani! Ma quali? Ed ecco che dalla bocca dei discepoli escono le cose più disparate....Giovanni il Battista... Elia...Geremia..."Ma voi che vivete accanto a me, chi dite, chi credete che io sia?"
Prima domenica di quaresima: Gesù pieno di Spirito Santo, si allontana dal Giordano e va nel deserto dove viene tentato dal diavolo.
Il digiuno va accompagnato dalla carità altrimenti non ha alcuna consistenza e significato. Lo spiega bene il Vangelo di oggi. La carità non è fatta di compromessi, è trasparente e si dà senza tregua, senza temere di contaminarsi, di essere giudicata.
I primi giorni di Quaresima...Ci addentriamo nel deserto, nel silenzio della preghiera e dell'unione con Dio.
Immaginiamo ciò che i discepoli devono aver capito della Persona di Gesù che, dopo aver compiuto miracoli, liberato gl'indemoniati, afferma decisamente che dovrà soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno.
Carità autentica... Gesù desidera il cuore dell'uomo, non tanto le sue azioni. Ancora una volta esorta l'uomo a rinnovarsi fin nel profondo. La sorgente di ogni azione deve essere l'amore. L'amore vero, quello umile e nascosto, s'impara stando con Dio, nel silenzio della preghiera. Solo Lui può darci la forza di amare disinteressantamente...Non rinnovate le vostre azioni, ma il vostro cuore. All'inizio della Quaresima, Gesù ci dà il primo consiglio per riconciliarci con Dio, con i fratelli, con noi stessi: la preghiera. "Entra nella tua camera" entra nell'initmità del tuo cuore, rientra in te stesso, non ti distrarre. Guarda ciò che c'è nel tuo cuore, i tuoi sentimenti più profondi, le tue aspirazioni più vere...Non avere paura di entrare nel tuo cuore... Entraci con Dio Padre ed analizza ogni tuo sentimento.Qual è la loro sorgente? Riconciliati con il tuo passato. Per entrare nell'intimità con Dio, devi essere in pace con te stesso, con gli altri e con Dio.
Gesù non si scontra solamente con la durezza di cuore dei farisei, ma anche con quella dei discepoli. Forse l'unica che compese Gesù, era sua Madre. Gesù lascia i farisei a cui aveva risposto che l'unico segno che avrebbe dato all'umanità riguardo alla Sua messianicità, era il segno di Giona, cioè la sua morte e Risurrezione. Se avesse dato altri segni, i farisei non avrebbero creduto. I farisei avranno accumulato altro rancore nei confronti di Gesù che avrebbero poi scaricato durante la passione... Ma non era giunta ancora la sua ora. Questo deve aiutarci a maturare un atteggiamento di abbandono perché il nostro futuro sta nelle mani di Dio Padre.
Interessante il fatto che i farisei, dopo aver assistito ai tanti miracoli, domandano un segno dal cielo. M'immagino la grande pazienza di Gesù di fronte all'atteggiamento così ottuso dei farisei. E' come se dopo aver spiegato per un'ora dove si trova una via, l'altro mi rispondesse: "Scusa, ma dove si trova la via tal dei tali?"
Le beatitudini...Il discorso della montagna...Nel Vangelo di Luca, Gesù parla da un luogo pianeggiante. Egli si pone allo stesso piano dei suoi discepoli, perché Lui stesso vive le beatitudini, le sente dentro il cuore, le vive, le incarna. Egli era povero di spirito... Egli è stato perseguitato, i carnefici si sono accaniti su di Lui con inaudita ferocia. Anche noi dobbiamo cominciare ad incarnare le beatitudini: Lui ci darà la grazia e ci accompagnerà lungo il percorso della Quaresima.
Dopo i miracoli, la folla accorre. Vuole ascoltare Gesù. Il Vangelo attesta la presenza di 4000 persone. Immaginate una folla enorme: molto probabilmente i più sentirono poco le parole di Gesù: non esistevano i microfoni! Ma stavano ugualmente là, affascinati dalla sua presenza che emanava pace...E lo seguivano da tre giorni, incuranti di ogni cosa, desiderosa solo di stare con Lui. Gesù si preoccupa perciò delle folle, ne sente compassione. Chiama a sé i discepoli e comunica loro i Suoi sentimenti. Egli chiama a sé i discepoli e comunica loro i Suoi sentimenti. Egli chiama l'uomo a collaborare, ad essere espressione concreta dei Suoi sentimenti. La vera carità nasce così: dal dialogo con Dio e il desiderio di compiere la Sua volontà. I discepoli diedero a Gesù i loro 7 pani e Lui li divise e li diede alla folla. Egli entra anche nella nostra vita e domanda quanti pani abbiamo...Dobbiamo darglieli, affidare la nostra vita a Lui senza timore e non ci mancherà nulla...anzi avremo il di più. Più si dividono i beni con i fratelli, più aumentano.
Gesù non ha davvero un attimo di tregua. L'uomo lo cerca per strappargli i miracoli. Gli conducono sofferenti... L'uomo ha sete di felicità. Si può immaginare la folla accorsa per ascoltarlo, per essere guarita. Lui forse pensa alla Croce che scandalizzerà molti ma che è il pilastro e simbolo del Cristianesimo. Possiamo percepire lo sguardo di compassione di Gesù per quegl'infelici senza speranza, diseredati, gli emarginati di ogni tempo e la speranza di chi li porta e le loro preghiere.
Gesù dev'essere stato un uomo pieno di attrattiva. Tutti erano informati sui suoi spostamenti. Da Lui attendevano guarigioni e liberazioni dal demonio...Erano tanto informati che, appena partiti da Genesaret, seppero che era nella regione di Tiro e di Sidone. Voleva rimanere nascosto, anche perché non voleva che la gente lo cercasse solamente per fare miracoli, ma desiderava che comprendesse il vero motivo per cui era venuto sulla terra: liberare l'uomo dal dominio del peccato e del demonio, riconciliarlo con Dio e finalmente riportarlo al vero Paradiso della Vita Eterna.
Dopo il discorso duro con i farisei, ai quali Gesù rimprovera la loro superbia e la loro mancanza di carità, chiamò nuovamente la folla.
I discepoli muti...di loro si sa, come ho già detto, che non facevano le abluzioni e che in reltà, capivano ben poco di ciò che faceva Gesù...Tuttavia, nonostante le loro incomprensioni, amavano Gesù, lo ammiravano. Non erano rosi dalla gelosia come i farisei che sapevano tutto delle leggi, ma erano ciechi di fronte alle grandi opere di Dio. Incapaci di vedere e di ascoltare, erano interessati a Gesù solamente per condannarlo.
Dopo aver sgridato gli elementi naturali, Gesù e i suoi discepoli, continuarono la traversata. I discepoli, insensibili, non avevano compreso nulla di ciò che aveva fatto Gesù nella moltiplicazione dei pani e forse si domandavano in cuor loro, chi veramente avessero accolto nella loro vita e con chi facessero vita comune...Solo Dio poteva essere padrone della natura....Chiessà cosa pensavano mentre attraversavano il mare, se il loro cuore si stava aprendo al mistero di Dio...Gesù era popolare, il racconto dei suoi prodigi se era dilatato, era passato di bocca in bocca e, appena scesero dalla barca, ecco la folla presentare gli ammalati perché fossero guariti.