sabato 21 agosto 2010

L'umiltà


‡ In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì’' dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì’', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
E non chiamate nessuno “padrè’ sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
E non fatevi chiamare “maestrì’, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato»

L’umiltà è quella virtù stupenda che fa riconoscere all’uomo che ogni cosa buona che possiede, appartiene soltanto a Dio, perciò l’umile non si stupisce delle debolezze altrui, ma sa comprenderle, perché bene conosce se stesso e che se fosse al posto di chi sbaglia, se non avesse la grazia di Dio farebbe la stessa cosa.
Gesù non approva la superbia dei farisei che amano solamente l’apparenza della virtù. L’uomo deve crescere semplicemente che solo uno è il Maestro ed è Dio. L’umiltà si fonda su questa consapevolezza.

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