lunedì 23 agosto 2010

La vera fede

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.
Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate. È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite.
Il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.

La vita di fede è un cammino in salita e si va avanti a costo di rinunce soprattutto dell’amor proprio. Troppo ancorati ad una giustizia umana, ci scordiamo di dare tutto al Signore, soprattutto quando ci richiede qualcosa che ci fa tanto soffrire. Eppure è proprio in quel momento che diamo prova al Signore di volergli tanto bene. Non è affatto quando tutto va bene, ma è quando il gioco si fa duro e tutte le potente interiori sono chiamate a raccoglimento. È quando le cose non vanno bene che ci conosciamo. Le maschere non fanno altro che danneggiarci. Non dobbiamo cercare di fare bella figura con gli altri, ma solo di fronte a Dio. Gli altri non ci daranno, quando saremo chiamati in giudizio, la buona coscienza. Gli uomini e la nostra coscienza possiamo ingannarli durante la nostra esistenza ma Lui no.


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