- Le inconsistenze portano il religioso/a a non riuscire ad accogliere la parola di Dio per quella che è, perché la persona inconsistente la leggerà sempre a partire dai suoi bisogni: di volta in volta sarà una parola rivoluzionaria: che scatena la lotta, o una parola che giustifica tutto e tutti. Gli è difficile discernere tra bene reale e apparente.
- Favoriscono il perseguimento di valori non oggettivi né liberi. La persona interpreta i valori secondo i suoi bisogni distorcendo i valori stessi per confermare o giustificare il proprio comportamento.
- Le inconsistenze portano il consacrato/a a reagire in modo difensivo anziché creativo di fronte alle nuove situazioni. E' la fuga nella uniformità o nel personalismo: due facce della stessa medaglia. Da una parte i conservatori, dall'altra gli innovatori. La loro apparenza esterna è opposta, ma la motivazione interna è la stessa: si usa la situazione per proteggersi.
- Le inconsistenze portano la persona consacrata a distorcere la lettura della realtà: i problemi veri non sono più visti e si opera uno spostamento sulle strutture che diventano il capro espiatorio dei vari malesseri: "io non riesco perché in questo convento..." oppure...."io non sono contento perché la comunità...". Qui si opera la fuga: si cerca di scusare la scarsa efficacia apostolica dando la colpa allo strumento, mentre può essere solo la capacità di usarlo che è in causa.
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