Un cuore impuro non può dare un frutto d’amore e di unità.
Come ho detto nell'altro blog, spesso vediamo gli altri attraverso le nostre debolezze. Quando, infatti, ci preoccupiamo esageratamente di un difetto di un'altra persona, dobbiamo riflettere se forse, non lo possediamo noi stessi. È una teoria pure psicologica: negli altri vediamo i nostri difetti. Non sempre... ma insomma... Un cuore immerso nel peccato, nell'acqua torbida, non può vedere bene il prossimo, perciò non può originare un frutto d'amore e di unità. Non può! Egli deve assolutamente coltivare prima la sua pace interiore, perché quando una persona è in pace con se stessa, sa vedere le cose in modo più realistico e positivo. Quando, al contrario, imperversa una tempesta tumultuosa, non si è più in grado di razionalizzare, sballottati qua e là dalle onde dei nostri sentimenti negativi, incapaci, perciò di realizzare frutti d'amore e di unità. Interiormente subiamo una scissione definitiva tra bene e male, non si possiede l'unità personale dei propri intenti, della propria volontà, del proprio cuore, in lotta fra di loro; un regno, sebbene sia interiore, non può reggersi, crolla miseramente. È vero che dentro di noi si sente sempre la forza della concupiscenza che spinge a determinati atteggiamenti, ma la volontà, la preghiera, lo stare uniti a Dio nello Spirito Santo, favoriscono l'unità interiore. Purifichiamo perciò, il nostro cuore! Cerchiamo di unire il nostro cuore, alla mente ed allo spirito... Purificati, con un cuore puro, vedremo Dio!
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