Parliamo sempre partendo da una concezione umana e così sbagliamo fin dal principio. Forse i preti e le suore dovrebbero partire da un approccio umano, di comprensione e non di giudizio, anche di fronte a chi si presenta con gravi peccati alle spalle. Ricordiamo la Samaritana e pure la donna adultera... Gesù parlò con chiarezza alla Samaritana, facendole notare che, per dirla in parole povere e semplici, andava con tutti ma non per questo la respinse, anzi, parlò con lei. Con l'adultera, fece scappare tutti coloro che la volevano lapidare, opponendo al giudizio severo degli uomini, la misericordia di Dio...La chiamò figlia...
Allora, i preti e le suore, dovrebbero ascoltare con cuore aperto, tutti i racconti, anche quelli più scabrosi, della gente, per poter essere segno della grandezza della misericordia di Dio. Dio non si scandalizza dell'uomo, ma lo ascolta, senza per questo aver vergogna di dire la verità.
Lo Spirito Santo, il grande dimenticato, metterà in bocca al prete le parole giuste da dire ad un padre di famiglia, e non dimentichiamo che ancor prima di essere sacerdote è un uomo...con le nostre stesse debolezze, i nostri stessi sentimenti e le stesse nostre lotte!
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