La fede è un grande dono di Dio che deve essere, ad ogni modo, continuamente alimentato dalla persona attraverso la frequenza ai sacramenti, la preghiera comunitaria e personale. Non si può coltivare la propria fede da soli, dobbiamo rassegnarci ad avere bisogno degli altri sebbene siano imperfetti, come d' altronde lo siamo noi stessi. Siamo, infatti, membra di un corpo bene compaginato...e come membra non possiamo vivere da soli: la mano non può essere separata dal braccio, altrimenti andrebbe incontro a morte certa. Un antico detto affermava che una mano lava l'altra. Ed è così che anche i membri della chiesa dovrebbero agire: curare le membra malate, soccorrerle con sollecitudine, come Cristo ha fatto con noi. Non possiamo abbandonare il nostro fratello che sbaglia, al suo destino, ma dobbiamo avere il coraggio di comportarci come il buon Samaritano che soccorse l'uomo sconosciuto senza remore di sorta, come, d'altronde fa Gesù con noi. Noi, in confronto a Lui, siamo senz'altro pieni di difetti e peccati che nemmeno conosciamo. Come dovrebbe agire? Lasciandoci soli a cuocere nel nostro brodo...Questo vogliamo? Eppure noi da Lui pretendiamo il perdono e la misericordia sempre, che intervenga sempre a fermare il male che l'uomo, liberamente compie. Perché pretendere tanto e non dare mai?
domenica 22 febbraio 2009
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