lunedì 28 settembre 2009

Chi accoglie un bambino nel mio nome...

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Fra i discepoli sorse una discussione: "Chi è il più grande?" Ma, come sempre, per comprendere la grandezza della Persona di Gesù, bisogna vedere il contesto da cui si è estrapolato il brano. Gesù libera un ragazzo da un demonio e tutti se ne stupiscono.

A questo stupore per la grandezza delle opere di Gesù, Egli risponde con il secondo annunzio della Passione. Cosa strana, i discepoli non comprendono queste parole, forse perché presi dall'euforia per le opere di Gesù e non solo non comprendono, ma discutono fra loro su chi è il più grande. Immensa pazienza di Gesù che accetta questo misero sentimento dei discepoli e capovolge la mentalità umana: colui che pratica la carità è il più grande.

mercoledì 23 settembre 2009

Gesù agisce nella Chiesa

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

martedì 22 settembre 2009

Chi fa la volontà di Dio...


In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Questo brano è conclusivo alla parabola del seminatore e il commento che ne fa Gesù. Si inserisce nel contesto in cui si parla come si ascolta la Parola di Dio. Molti, a quei tempi, accorrevano per ascoltare Gesù ma Egli, che conosce i pensieri di ogni uomo, racconta la parabola del seminatore per farli meditare su come lo ascoltavano. L'ascolto deve produrre dei frutti e cioè tradursi in atto: il compimento della sua volontà.

Ascoltare è molto difficile. Bisogna fare vuoto dentro di sé, far tacere il fragore delle voci interne ed accogliere, comprendere le altrui parole.

Al giorno d'oggi, più che mai, c'è bisogno di silenzio, di ascoltare coloro che ci stanno accanto....
La preghiera è come la musica, nasce dal silenzio e solo se c'è silenzio si possono gustare le più dolci armonie, si odono le note più vibranti e celestiali.
Devo quindi far tacere tutti i rumori che sono nel mio cuore, affidare a Lui i movimenti delle passioni (sentimenti) negative e saper ascoltare e quindi assimilare la Parola di Dio in modo che diventi parte integrante di me, cioè carne. Il Verbo si deve fare carne in noi: siamo Corpo di Cristo. Imparare ad ascoltare Dio vuol dire saper ascoltare gli altri. Saper ascoltare gli altri significa lasciare il proprio modo di pensare per accoglierne un altro. Ragionarecome l'altro per comprenderne le azioni. Forse difficile ma è un esercizio entusiasmante, bello e interessante.

lunedì 21 settembre 2009

La vocazione di Matteo

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”.
Gesù li udì e disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: ‘‘Misericordia io voglio e non sacrificio’’. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.


Interessante vedere dove Matteo ha collocato il racconto della sua vocazione: dopo la guarigione totale del paralitico. Gesù, infatti, per far comprendere che Lui era soprattutto venuto per salvare l'uomo dal peccato, si rivolge al paralitico assolvendolo dai peccati e poi, per far notare agli altri che il suo, è stato un intervento concreto, guarisce anche fisicamente il paralitico. Matteo si sente paralizzato interiormente e forse ha saputo del miracolo che aveva compiuto Gesù, aveva ammirato quell'uomo e al suo "Seguimi!", Matteo, come il paralitico, si alza subito e lo segue. Gesù non ha paura di contaminarsi ed entra nella sua casa, nella cella più profonda del suo cuore e là ne condivide le amicizie, gli interessi. Gesù incontra i peccatori e dona loro la misericordia, li solleva dalla loro condizione, ma soprattutto non si vergogna di stare con loro. La misericordia vale più di tutti i sacrifici.

domenica 20 settembre 2009

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 9,30-37.
Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.
Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà».
Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?».
Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:
«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Singolare la reazione dei discepoli al discorso di Gesù che annuncia la sua morte violenta. Essi non capivano le parole di Gesù e si lasciarono prendere dal timore. Ciò che

mercoledì 16 settembre 2009

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: "A chi dunque paragonerò
gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili
a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato:
vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e
non beve vino, e voi dite: Ha un demonio.
È venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite:
Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei
peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli".

I brani del Vangelo di lunedì e martedì che si sono saltati a causa delle feste, mostrano un Gesù profondamente umano, mosso da compassione. Egli, infatti, non compiva guarigioni per farsi acclamare o riconoscere come Messia, ma perché mosso da compassione verso le folle bisognose di cure e soprattutto d'amore.
Il brano di oggi mostra invece un Gesù che quasi si lamenta di quella generazione che, per una scusa o per l'altra, non accetta né la
predicazione di Gesù, né quella di Giovanni Battista...In realtà non c'era un vero interesse di scoprire chi erano, in sostanza, questi due personaggi.

martedì 15 settembre 2009

La Beata Vergine Maria Addolorata

Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; 8pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì 9e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

La sofferenza del Cristo che accettò il tradimento e il dolore fisico lo unì profondamente al Padre.
Essa fu causa di salvezza eterna per tutti gli uomini, li purificò, aprì loro il Paradiso. Quali pene accettò il Salvatore per la salvezza del genere umano!
Anche la Madre fu trafitta da una spada come il Figlio...entrambi i cuori furono squarciati da una spada.


lunedì 14 settembre 2009

Esaltazione della Santa Croce

La croce, da strumento di morte, diventa per Cristo e per tutti gli uomini, altare e ponte tra la vita terrena e la vita eterna. Cristo squarcia e sconfigge le leggi del tempo e rivela così di esserne Signore. Gesù amò la Croce perché amava profondamente l'uomo. "Talamo, trono ed altare al Corpo di Cristo Signore"...

giovedì 10 settembre 2009

La carità

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 6,27-38.
Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,
benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.
A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.
Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;
date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

La folla, desiderosa di essere guarita, piena di speranze, si accalca attorno a Gesù. Vi sono alcuni che desiderano essere veramente salvati da Dio, altri che si aspettano da Lui solo un balsamo per vivere meglio la vita presente. Gesù conosceva bene le persone che lo stavano ascoltando e non a caso alle beatitudini ha contrapposto i "guai a voi" Dopo i "guai a voi", c'è una netta distinzione. Gesù sembra spiegare rivolgendosi solamente a coloro che l'ascoltano, che gli obbediscono. Gesù fa riferimento quindi a chi lo ascolta in modo più profondo e vero, a chi gli obbedisce (dal latino ob-audire). Obbedire significa quindi ascoltare in modo più profondo, lasciare che le parole calino dentro il cuore, come il seme che darà poi frutto nel terreno. Ai veri poveri, Gesù si rivolge con un comando espresso con il famoso: "IO dico": per possedere il Regno di Dio, la pace e la gioia, bisogna soddisfare le esigenze della carità radicalmente. Bisogna quindi amare i propri nemici, coloro che ci fanno del male...E lo ribadisce... per ben due volte.

mercoledì 9 settembre 2009

Le Beatitudini

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 6,20-26. "Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti. "

La proclamazione delle Beatitudini s'inserisce fra la chiamata degli Apostoli avvenuta dopo una notte di preghiera sul monte e il discorso sulla carità.
Gesù sceglie i discepoli dopo essersi consultato con il Padre e con loro scende fermandosi in un ripiano dove la gente accorre per ascoltarlo, essere guariti dalle loro malattie e liberati dai demoni.
Tutti cercavano di toccarlo perché da Lui usciva una potenza che guariva tutti.
In questo contesto si inseriscono le beatitudini, in parole semplici Egli proclama ciò che veramente rende felice l'uomo. L'uomo ferito dal peccato, malato, ritrova in Gesù una forza di guarigione estrema. La felicità di chi è guarito è traboccante. Chi ha vissuto senza speranza di guarigione, ritrova in Lui la possibilità di uno stile di vita sano e quindi produttivo: senza lavoro non si poteva vivere e a quei tempi, non esisteva la pensione d'invalidità! Chi era malato, era escluso dalla società anche religiosa: la persona malata era considerata maledetta da Dio perché la malattia era la conseguenza del loro peccato! Gesù, però, ribalta la mentalità del tempo. Alza gli occhi, vede la folla sofferente, desiderosa di ricevere un miracolo da Lui, e ne ha compassione...ma ribalta la concezione del tempo...Voi desiderate un miracolo, essere guariti...ma beati voi, voi siete felici perché siete poveri e il Regno di Dio è vostro...Non dice: siete felici perché siete state guariti ma perché siete poveri, avete fame, siete perseguitati...

martedì 8 settembre 2009

Natività della Beata Vergine Maria

[Ecco poi come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”, che significa “Dio con noi”].
Meditiamo sul dramma di questa giovane promessa sposa ad un uomo di nome Giuseppe. Ella dopo l'esperienza mistica dell'annunciazione si ritrova incinta. Come può spiegare questo a Giuseppe? Come tanti mistici non riescono a spiegare le loro esperienze, così capitò a lei. Avrebbe potuto dire a Giuseppe di essere incinta per opera dello Spirito Santo? A quei tempi tradire il proprio uomo voleva dire essere lapidata...Ricordiamo l'esperienza di Gesù di fronte alla donna colta in flagrante adulterio: Egli ricordò senz'altro l'esperienza di sua mamma. Gesù, ancora una volta, infranse le leggi giudaiche per applicare l'unica legge che governa e regge tutte le altre: l'amore. A dipanare il gomitolo del dramma di Maria, fu nuovamente un episodio mistico vissuto da san Giuseppe. Anche Giuseppe sperimenta il tradimento...Lui sa infatti di non essere il padre del bambino: quante sofferenze avranno agitato il suo animo, come i suoi sogni si saranno infranti! Quel "non temere" rivoltogli dall'angelo ne dice molto sulla sua crisi interiore. Anche le rivelazioni oniriche posseggono un certo margine di dubbio che deve essere colmato dalla fede...e Giuseppe ne aveva da vendere: uomo del silenzio, accetta la rivelazione e con fede si unisce in matrimonio alla fanciulla Maria.

lunedì 7 settembre 2009

Dal vangelo secondo Luca 6,6.11

"Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo"

I farisei e gli scribi sono talmente impegnati a tendere un tranello a Gesù che non si accorgono nemmeno delle guarigioni che Lui compie e tanto meno s'interrogano sulla sua personalità.

Ma Gesù conosceva i loro pensierI...

Gesù, con la sua carica d'umanità, era anche Dio e sapeva quindi ciò che pensavano di Lui i dottori della Legge. Eppure, anche da Uomo, Gesù afferma la Sua libertà nonostante questo lo porterà alla morte. Per amore infrange la legge del Sabato.